I pomeriggi e le serate alla Locanda Mistral quando Simonetta e Giuseppe vengono a trovarci, sono eventi davvero speciali! Aperitivi e cene accompagnate da musica occitana rendono l'esperienza per i nostri ospiti unica. PerchéSimonetta e Giuseppe sono i QuBa Libre, un duo che si dedica alla musica occitana tradizionale reinterpretandola con note moderne.
Oggi parliamo con Simonetta, della vita da musicista, del suo legame con la Valle Maira e del perchési sente legata alla cultura occitana.
Cara Simonetta, vorremmo presentarti oggi ai nostri lettori. Puoi raccontarci del tuo legame con la Valle Maira?
Simonetta: Il mio legame con la Valle Maira è molto forte, io sono cresciuta a Elva e le mie radici sono lì. Per ragioni lavorative mi sono dovuta trasferire nelle vicinanze di Cuneo ma i miei genitori continuano a vivere a Elva per cui torno a casa tutte le volte che posso.
Il vostro duo si chiama QuBa Libre: come è nata la band (e questo nome)?
Simonetta: QuBa Libre è nato nel 2010 grazie all’incontro con Giuseppe e il nome deriva da un banale gioco di parole: abbiamo unito le sillabe iniziali dei nostri cognomi (Qu di Quattromini e Ba di Baudino) che insieme formano la parola QuBa e QuBa non poteva che essere LIBRE, per assonanza con il famoso slogan rivoluzionario, ma anche perché la parola “libre” in occitano significa “libero”, così come noi ci sentiamo liberi di rivisitare e reinterpretare la tradizione musicale occitana.
Avete fatto conoscere a molti dei nostri ospiti la musica e la cultura occitana, arricchendo il loro soggiorno con note della tradizione. Potete darci un'idea delle origini della musica occitana, di ciò che la contraddistingue e quali sono gli strumenti originali?
Simonetta: L’Occitania è una regione culturale che si estende dalle Alpi del Piemonte meridionale fino ai Pirenei, attraversando tutto il sud della Francia. Questa regione, che esiste fin dal Medio Evo, non è mai diventata uno stato ma ha mantenuto intatta nei secoli la sua identità culturale, fatta soprattutto di una lingua comune ma anche di tradizioni musicali e coreutiche che sono giunte fino ai giorni nostri. La musica occitana non è soltanto una musica per danzare, esistono canti natalizi (nouvé), canti di lavoro, canzoni d’amore.. Gli strumenti usati sono quelli della tradizione (ghironda, vari tipi di flauti e cornamuse, violino, organetto diatonico, fisarmonica, percussioni) ma diversi gruppi hanno introdotto anche strumenti più “moderni” quali la chitarra elettrica, il basso e la batteria. Nelle nostre valli, grazie al prezioso e appassionato lavoro di Sergio Berardo, leader de Lou Dalfin, la musica e le danze occitane sono diventate una comune forma di divertimento per giovani, adulti e bambini.
Tu conosci molto bene la Valle Maira: come valuti il suo sviluppo e cosa desideri per la nostra valle alpina?
Simonetta: Io amo molto la valle Maira per la sua natura selvaggia che è riuscita a rimanere intatta (o quasi) nel corso dei decenni. Ritengo che l’unico sviluppo possibile per la nostra valle sia quello che mantenga la sua autenticità paesaggistica e culturale. Credo che molti turisti, soprattutto stranieri, vengano a trascorrere le vacanze da noi proprio per questi aspetti che rendono la valle Maira quasi un unicum nel panorama alpino.
Siete da anni nostri ospiti alla Locanda Mistral: cosa pensi si aspettino i nostri ospiti quando soggiornano da noi? Quali sono le nostre particolarità?
Simonetta: In parte ho già risposto precedentemente a questa domanda. Aggiungo che la vostra locanda è molto accogliente, curata in ogni suo aspetto e credo che riesca a conciliare bene un servizio di alto livello con il rispetto e la valorizzazione dell’ambiente circostante. La posizione poi è davvero strategica, sia per escursioni in alta quota, sia per visite ai beni artistici del territorio.
Siamo molto curiosi cosa ci aspetta da Quba Libre. Ci sono già progetti per il futuro?
Simonetta: Stiamo lavorando da qualche mese alla realizzazione del nostro nuovo CD che presenterà un repertorio di nouvé, i canti natalizi della tradizione occitana. Il disco è concepito come una veglia (velhàa in occitano), una di quelle antiche abitudini che nelle valli e nelle campagne – non solo piemontesi -permettevano alla gente di trascorrere insieme la serata nella stalla, al caldo, raccontandosi storie, cantando e danzando... I nostri nouvé, infatti, sono intervallati da brani ballabili (alcuni di nostra composizione) affinché la festa riesca ad accontentare le esigenze di tutte le orecchie.
Come sempre, la nostra domanda conclusiva: c'è qualcosa che non ti abbiamo chiesto e che avresti voluto dirci e condividere con i nostri lettori?
Simonetta: in effetti, non mi hai chiesto quanto tempo ci vuole per accordare la ghironda… Qualcuno ti risponderebbe che il ghirondista passa metà del suo tempo ad accordare lo strumento e l’altra metà a suonare scordato! Ma non so se sia proprio così :-). Quello che ti posso dire con certezza è che il fascino antico e misterioso della ghironda rapisce gli ascoltatori e il suonatore stesso, creando un’atmosfera magica.